Hanno affrontato il primo viaggio effettivo il 30 aprile, facendo il pieno di LNG (Liquified Natural Gas) durante l’inaugurazione della prima stazione italiana fornita di gas naturale liquefatto, a Piacenza e di proprietà di Eni.

Iveco ed Eni partecipano infatti ad un importante progetto a livello Europeo per la diffusione dei mezzi alimentati con questo nuovo combustibile a basso impatto ambientale. Il progetto in questione è il 7° Programma Quadro e si pone l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di LNG, come alternativa effettiva al gasolio durante i trasporti a medio/lungo raggio. L’obiettivo prevede che vengano aperte 14 stazioni di servizio dotate di questo carburante innovativo e che si posizionino su 4 direttrici principali attraverso il Vecchio Continente. Eni ed Iveco sono partner del progetto, insieme ad altre 25 realtà del settore.

Va fatto notare, come l’autonomia sia un fattore davvero fondamentale quando si parla d’autotrasporti a lunga percorrenza, ma il Gas Naturale Liquefatto pare adattarsi perfettamente allo scopo.  L’Iveco Stralis Natural Power LNG ( AT440S33T/P LNG) è equipaggiato di 4 serbatoi CNG da 70lt , oltre ad un tecnologico serbatoio criogenico LNG da ben 525lt. Risultato?  Un’autonomia di 750 km, con emissioni ridotte drasticamente sotto tutti i punti di vista: emissioni di particolato ridotte del 95% rispetto al Diesel, emissioni di NOx ridotte del 35% ed emissioni di CO2 ridotte dal 10% al 100% a seconda che si utilizzino motori dotati di propulsori Diesel Euro VI, o alimentati a Bio-Metano.

Fare il pieno in una stazione fornita di questo carburante, come quella Eni di Piacenza, richiede al massimo 5 minuti di tempo ed il risparmio, rispetto alle più canoniche forme di alimentazione, si presenta chiara ed evidente agli occhi del consumatore, una volta alla cassa. Tutto questo permette alle aziende che decideranno di fornirsi di Camion dotati di alimentazione LNG, come l’impresa LC3 (proprietaria di questi primi 5 Iveco Stralis LNG), di abbassare il proprio di TCO (Total Cost of Ownership)  di circa il 10%, visto che il carburante incide fino al 40% su questo utile indice di controllo dei costi gestionali.

Concludendo, questa nuova forma di alimentazione, si presenta con premesse di tutto rispetto: un importante risparmio per le imprese d’autotrasporti e un occhio di riguardo per l’ambiente, bene comune da tutelare sempre e il più possibile.

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